Pirosi: sintomi e cause del bruciore di stomaco
Il termine “Pirosi” indica una sensazione di bruciore alla bocca dello stomaco, ma che coinvolge frequentemente anche l’esofago, la faringe, la zona dietro lo sterno e l’epigastrio. A seconda della zona in cui si manifesta, si parla di:
- pirosi gastrica;
- pirosi esofagea;
- pirosi restrosternale;
Il forte bruciore di stomaco, quello più intenso, si avverte a livello gastrico e/o retrosternale, ma che si può irradiare anche fino al collo. A volte, è così intenso da provocare una sensazione urente a livello cardiaco. Infatti, nei paesi di lingua anglosassone, la pirosi, viene comunemente definita “Heartburn”, cioè bruciore cardiaco. Questo avviene maggiormente quando la sensazione dolorosa si presenta a livello retrosternale.
È un sintomo comune nelle gastriti croniche o acute, anche se, la causa più frequente è l’esofagite da reflusso (o reflusso gastro-esofageo).
Pirosi gastrica: sintomi
La pirosi gastrica è, di per sé, un sintomo di altre patologie. È caratterizzata dal senso di bruciore che si avverte per lo più nella zona superiore dell’addome, ma che si irradia alla regione retro-sternale. Un altro sintomo è il rigurgito acido, che si manifesta soprattutto nelle ore notturne, dalla mezzanotte alle tre del mattino: in questo caso si parla di pirosi gastrica notturna, causata dalla posizione che si ha durante il sonno.
Bruciore di stomaco: cause della pirosi
Oltre alle gastriti e all'esofagite da reflusso, la causa principale della pirosi è spesso riconducibile al cattivo funzionamento dello sfintere esofageo inferiore (LES).
Lo sfintere esofageo è una zona composta da fasci muscolari, posto immediatamente al di sopra del cardias. Se il cardias è continente e le fibre che compongono lo sfintere esofageo, in condizioni di riposo (quando non si ingeriscono cibo o liquidi, non si hanno eruttazioni etc…) rimangono contratte, il contenuto dello stomaco, con i suoi acidi gastrici, non ha la possibilità di risalire nell’esofago.
Al contrario, se il cardias e lo sfintere esofageo inferiore hanno un cattivo funzionamento (cioè non svolgono la loro funzione di contrarsi o “chiudersi” nella fase di non attività gastrica e di rilassamento o apertura durante l’ingestione di cibi e la loro discesa nello stomaco), e sono quindi “incontinenti”, questa situazione genera la risalita degli acidi gastrici, provocando la sensazione di rigurgito acido in gola, di bruciore retrosternale, epigastrico e faringeo.
Altre cause possono essere dovute a:
- cattiva alimentazione;
- abuso di fritti e cibi molto grassi possono provocare l’insorgenza della pirosi dopo i pasti;
- errate abitudini di vita;
- stress e ansia;
- assunzione di alcuni farmaci;
- patologie come l’ernia iatale.
Pirosi in gravidanza
Durante la gestazione, questo disturbo si presenta molto frequentemente: si calcola che, a soffrirne, sia circa il 50% delle donne incinte.
I sintomi sono simili a quelli precedentemente descritti, ma, la sensazione di bruciore, insorge soprattutto dopo mangiato.
La causa è dovuta all’aumento del progesterone, l’ormone prodotto dalla placenta, che provoca un rilassamento della muscolatura, non solo uterina, ma anche della valvola che separa lo stomaco dall’esofago, con conseguente rallentamento della digestione dei cibi ingeriti.
Questo disturbo è anche dovuto all’aumento del volume dell'utero che comprime il diaframma.
Si manifesta verso il secondo trimestre di gravidanza, e può durare fino all’espletamento del parto.
Pur essendo un disturbo fastidioso, la pirosi in gravidanza non costituisce assolutamente un problema per il feto.
I consigli per alleviare questa sintomatologia sono gli stessi per chi ne soffre abitualmente.
- Curare l’alimentazione, prediligendo cibi leggeri, non troppo grassi.
- Evitare le spezie, la cioccolata, la caffeina e ovviamente il fumo.
- Fare pasti piccoli e frequenti, masticando lentamente.
- Non andare a dormire immediatamente dopo mangiato.
- Quando si va a letto, posizionarsi con la schiena leggermente sollevata rispetto al resto del corpo. Questo si può ottenere dormendo con due o tre cuscini.
In questo modo si ottiene di evitare che il cibo risalga facilmente dallo stomaco verso la gola, provocando quel fastidioso rigurgito acido e la sensazione di bruciore.
Se il problema provoca troppo disagio e inficia il normale svolgersi delle attività quotidiane, rivolgersi al proprio ginecologo che potrà prescrivere un antiacido che non abbia ripercussioni sul feto.
Pirosi gastrica: cosa mangiare?
Come detto, l’alimentazione gioca un ruolo importante per evitare questo disturbo.
Contro il bruciore di stomaco, è importante evitare il consumo di cibi grassi, di cioccolata, di caffè e bevande che contengono caffeina, di bevande alcoliche e gassate. Altri alimenti da evitare in caso di pirosi gastrica sono l’aglio, le cipolle, i pomodori, le spezie, le arance che favoriscono l’acidità gastrica.
I cibi contro l’acidità, cioè quelli permessi in caso di pirosi, sono: pasta, riso, carni bianche, pesci magri, mele, pere, finocchi e lattuga.
Bruciore di stomaco: cosa fare? Consigli in caso di pirosi
Il fumo e le attività troppo sedentarie contribuiscono ad aumentare il bruciore di stomaco, quindi vanno eliminati dalle proprie abitudini se si soffre di pirosi. È consigliabile non andare subito a letto dopo mangiato in modo da evitare la pirosi dopo i pasti e quella notturna.
Cercare di fare pasti piccoli e frequenti nell’arco della giornata, piuttosto che mangiare abbondantemente in uno o due pasti principali.
Alcuni farmaci influiscono sul rilassamento della valvola cardiale, in particolare i sedativi, i Fans come l’aspirina (Acido acetilsalicilico), l’Ibuprofene, e gli ipertensivi.
Farmaci consigliati in caso di pirosi
Per contrastare questo fastidioso e, a volte, invalidante disturbo, i farmaci che possono intervenire sui sintomi della pirosi sono distinti in due tipologie: Antiacidi e Antisecretori. Questi farmaci agiscono per lo più quando la sintomatologia non è tale da dover ricorrere a rimedi più importanti. In ogni caso, occorre fare sempre riferimento al medico curante, in quanto la sintomatologia descritta può essere la spia di una patologia più seria che va indagata da chi ne ha le competenze specifiche.